Scrivo poesie per vendicare tutti i bambini.
Antonia Porta
*
Nella città ci sono punti magici:
angoli dove sapere tutta l’età dell’acqua
dove ballare con la nebbia, parlare
con nessuno, confondersi.
In mezzo alla strada i bambini giocano.
Ci sono palloni
che rotolano in pace
e non li ferma nessuno: scappano.
Signore! Signore è mia!
Passandogli vicino mi sembrava
parlassero della loro vita come una metafora.
Ma invece no: erano mie le immagini
i fiati, le fattezze. Loro
mezzo metro più in là
sarebbero cresciuti, spariti
morti come tutti. Sarebbero
diventati l’edicola, il semaforo
la panetteria …
forse un giardino.
***
Escrevo poesia para vingar todas as crianças…
Antonio Porta
Há na cidade pontos mágicos:
esquinas onde aprendemos toda a idade da água
onde dançar com a névoa, falar
com ninguém, confundir-se.
As crianças brincam no meio da rua.
Ali estão as bolas
que rolam em paz
e ninguém as para: escapam.
Senhor! Senhor é minha!
Passando-lhes rente pareceu-me
que falavam da sua vida como uma metáfora.
Mas não: eram minhas as imagens
as respirações, as fisionomias. Com
meio metro a mais
teriam crescido, desaparecido
morrido como todos. Estariam
frente ao quiosque, ao semáforo
à padaria…
Ou talvez a um jardim.
***
Ci sono stanze piene di parole sole.
Altre che non si tengono neppure tra gli sguardi.
Ci sono case che non hanno pareti
altre fatte d’aria e di buio. Sono
gli spifferi, qui, ad avere ragione.
Appena fuori dalla porta
i bambini parlano sottovoce
complottano, poi corrono
giù dalle scale, si spingono
insieme alla paura…
È da lì che il buio inizia
a coprirli di alfabeti.
***
Há salas repletas de palavras solitárias.
Outras que nem sequer conservam os olhares.
Há casas que não têm paredes
outras feitas de ar e escuridão. São
as correntes de ar que, aqui, hão de ter razão.
Do lado de fora da porta
as crianças falam em voz baixa
conspiram, depois correm
pelas escadas abaixo, empurram-se
umas às outras com medo…
É a partir dali que o escuro inicia
a cobri-los de alfabetos.
Tradução de Victor Oliveira Mateus
***
Stefano Raimondi (Milano, 1964), poeta e critico letterario, laureato in Filosofia
(Università degli Studi di Milano).
Sue poesie sono apparse in “Almanacco dello Specchio” (Mondadori, 2006) e su “Nuovi
Argomenti” (2000; 2004). Ha pubblicato:Una lettura d’anni, in Poesia Contemporanea.
Settimo quaderno italiano (Marcos y Marcos, 2001); La città dell’orto (Casagrande, 2002;
La vita felice 2021 – Premio Sertoli Salis 2002); Il mare dietro l’autostrada (Lietocolle,
2005); Interni con finestre (La Vita Felice, 2009); Per restare fedeli (Transeuropa, 2013 –
Premio Marazza 2013); Soltanto vive. 59 Monologhi (Mimesis, 2016 – Premio Nazionale
Franco Enriquez 2017); Il cane di Giacometti (Marcos y Marcos, 2017- Premio Città di
Trento 2018 e Premio “Il Ceppo- Pistoia” 2018); Il sogno di Giuseppe (Amos 2019 –
Finalista Premio Città di Como 2019 e Città di Fiumicino 2019); Storie per taccuino
piccolo piccolo, (Scalpendi Editore 2022). È inoltre autore di saggi come: La ‘Frontiera’ di
Vittorio Sereni. Una vicenda poetica (1935-1941) (Unicopli, 2000); Il male del reticolato.
Lo sguardo estremo nella poesia di Vittorio Sereni e René Char (CUEM, 2007); Portatori
di silenzio, (Mimesis, 2012). È tra i fondatori della rivista di filosofia “Materiali di
estetica” (Università degli Studi di Milano) e fondatore e membro del Comitato scientifico
di “L’ABB Luoghi abbandonati, luoghi ritrovati. Laboratorio Permanente sui territori e le
comunità” Università degli Studi di Milano. Tiene corsi di scrittura poetica e Filosofia
della scrittura in diverse università, associazioni culturali e strutture scolastiche. Svolge
attività di docenza presso la Libera Università dell’Autobiografia e Scuola di scrittura
creativa “Belleville”. È membro del consiglio scientifico del Centro Studi e Ricerche sulle
Letterature Autobiografiche della LUA di Anghiari. È inoltre tra i fondatori
dell’Accademia del Silenzio.